Beautiful Architecture
Mulino Cestari
Il mulino Cestari di proprietà di Visone Fulvio Maria erede di una delle tre famiglie nobile, i Cestari, è sito in località Eliceto, nell’azienda agricola appartenuta sempre alla famiglia “Cestari”. ed è alimentato dall’acqua della sorgente di Eliceto – Cantari di cui una polla è sita nella proprietà “Cestari”, vincolata ed individuata nell'elenco acque pubbliche del R.D. del 22 Giugno 1926.
L’immobile rispecchia le caratteristiche tipiche di un mulino ad acqua, di semplice tipologia costruttiva, con murature in parte in pietrame originarie e in parte ricostruite e con una copertura a due falde, posto a ridosso del salto della cascata dell’acqua che proviene dalle vasche a ridosso della antica fontana del 1722.
Il mulino è alimentato da una condotta in pietra e pavimentazione in piastrelle artigianali in cotto che si collega alla sorgente Eliceto-Cantari e dopo un lungo percorso salta sulla ruota del mulino che era posta di fronte ai fabbricati rurali siti nella proprietà “Cestari” di fronte alla strada vicinale che conduce alla stalla ed al fabbricato rurale posizionati poco lontano dalla strada S.P. 154 delle Terme e dalla Chiesa di San Pietro de Tumusso, antica chiesa italo-greca, cenobio donato all’abate Leonzio di Grottaferrata nel 1131 e rimase alla badia Italo greca “basiliana” denominazione derivante dal fondatore della regola San Basilio fino al 1728, data in cui viene trasferita alla Certosa di Padula.
Al di sopra del mulino troviamo due vasche antiche per pesci ed una fontana in muratura con stemma di famiglia “Tre cesti, sotto una corona” del 1722.
Il luogo appartenuto da sempre alla famiglia “Cestari” di Montesano Sulla Marcellana, grande protagonista della rivoluzione partenopea del 1799 con la figura dell’Abate Giuseppe Cestari e con Nicola Cestari, capo della municipalità di Montesano, piccolo centro all’estremo sud del Principato Citra, ucciso il 17.02.1799. Il luogo con azienda agricola posto in località Eliceto, fu il rifugio durante la persecuzione dopo l’uccisione di “Nicola Cestari”, di tutta la famiglia di Nicola Cestari, (moglie, madre e figli), prima di rifugiarsi a Padula.
Il mulino nel 2012 è stato oggetto di lavori di “Recupero e riqualificazione funzionale del mulino ad acqua con annesse vasche e fontana” finanziati dal PSR Campania 2007-2013 “protezione e la tutela del patrimonio rurale” misura 3.23.
L’intervento di restauro ed adeguamento strutturale e funzionale ha mirato a recuperare un piccolo mulino ad acqua di origini del “700” che ha funzionato con la sua pala fino alla fine degli anni 30.
Il lotto posto nelle campagne di Montesano S/Marcellana è posto in località Eliceto inserita nell’Oasi delle sorgenti.
Il fabbricato è a ridosso di una sorgente e ad una cascata d’acqua proveniente dalle vasche dei pesci poste a quota superiore. “Le acque delle sorgenti di “Cantari” hanno alimentato per secoli questo complesso idraulico –architettonico costituito da mulino, fontane e vasche per l’allevamento pesci ed altri mulini sempre posizionati nella frazione di Prato Comune “La Varchera”.
La sorgente con diverse polle è una delle poche rimaste allo stato originario, proprio quelle che sorgono nella proprietà “Cestari”. L’altra si trova nelle “Oasi delle sorgenti “infrastruttura realizzata dal comune con il PIT Filiera –Termale inaugurata il 2007.
Il fabbricato è circondato da uno stagno, fossati e acquitrini collegato ai fabbricati rurali, inseriti nell’azienda, attraverso un ponticello in legno. L’acqua della sorgente dopo aver alimentato il mulino e dopo l’invaso in cui si raccoglie, si divide in due canali “uno di questi azionava una gualchiera ed un altro mulino di proprietà Cestari, fino a giungere dopo aver alimentato altri due mulini di proprietà Padula e Cestari in località Siotta, per scaricare in un vallone. L’altro canale dopo aver alimentato un mulino di proprietà Pepe (ex Abatemarco) si immette in un emissario sotterraneo (dopo aver raccolto le acque di San Pietro) per sgorgare in una zona dette le “Grottelle” le quali acque andavano ad alimentare un altro mulino sempre di proprietà della famiglia Cestari in località Carpineta”. Questa area viene ereditata senza alterazioni di rilievo dalle generazioni degli anni “60”, nel trentennio successivo è stata investita da un processo di progressivo degrado, che ha trasformato parte dell’area, ma negli ultimi anni attraverso finanziamenti regionali, è stata recuperata ai fini turistici, realizzando la via dell’acqua ipotizzata nella guida turistica Su e Giu’ per il paese del 1992.
Il mulino all’interno, si sviluppa ad un solo piano con uno spazio antistante posto all’ingresso suddiviso da un arco a tutto sesto ed un secondo dove troviamo lo spazio dove scorre l’acqua che proviene da un canale collegato ad un’altra polla della sorgente Eliceto – Cantari e che azionava la ruota del mulino posto di lato dove vi è la volta a botte e relativo arco nella muratura dove fuori esce l’acqua, dopo aver azionato la ruota orizzontale di ferro. La forma planimetrica è del tipo rettangolare leggermente irregolare. Il piano terra posto a quota di terreno è costituito da due locali, uno d’ingresso più piccolo e uno grande, destinato a mulino. Sotto il piano terra si trova per una parte una volta a botte parziale del fabbricato, locale dove scorre l’acqua. Il fabbricato presenta due aperture - finestre di lato, una finestra davanti al prospetto di ingresso, che illumina il soppalco di legno dove dormiva il mugnaio ed una grande porta d’ingresso in legno con portale in pietra. Intorno al fabbricato è presente una sorgente, una passerella e scala in pietra locale per superare gli acquitrini, sopra ad una quota più alta due vasche per pesci con murature in pietrame, una fontana del 700 con dietro un piccolo semenzaio, la fontana si collega al lotto attraverso una piccola passeggiata. Il progetto di restauro ha interessato anche la pulizia e il restauro della fontana del 1722, la pulizia delle vasche e del camminamento che conduce alla fontana, nonché la sistemazione delle inferriate di recinzioni esistenti con l’integrazione della staccionata in legno lungo il percorso pedonale. Al lato sinistro dell’arco da cui scaturisce l’acqua è presente una piccola cascata d’acqua che proviene dalle vasche soprastanti e parte dall’acqua che proviene dal canale che scarica l’acqua sulla ruota che azionava la macina dei grani, in pietra.
“Il mulino ad acqua era costituito da una ruota con pale (ruota idraulica) fissata a un albero (asse) e mossa da una corrente d'acqua che le imprimeva un movimento rotatorio continuo. Il moto veniva trasmesso direttamente, o attraverso una serie di ingranaggi, a macine, seghe o altre macchine”.
“I mulini sorgono nei punti in cui esiste un certo dislivello d'acqua. Uno stretto canale artificiale, detto gora, convoglia l'acqua sulla ruota idraulica. Per regolare la velocità si agisce sulla saracinesca della chiusa, che aumenta o riduce il flusso d' acqua. La ruota era del tipo:
- per di sopra, molto più efficiente;
- per di fianco, inventata verso il 1750 dal tecnico John Smeaton “.
A monte del mulino, posto sul confine con la particella n. 314 è presente una cascata che in parte alimenta le pale del mulino ed in parte viene deviata in un piccolo stagno che costeggia il lato destro del mulino per ricongiungersi con il fossato principale del mulino, formando due ruscelli che scorrono lungo i confini dei lotti dell’azienda agricola. L’acqua del laghetto e dei ruscelli si presenta molto limpida e pulita ed è possibile apprezzare la presenza di trote, di granchi di acqua dolce e gamberetti, vi è inoltre la presenza di flora tipica di siti sorgentizi del tipo “crescione”.
“I mulini ad acqua erano nell'alto Medioevo a Montesano S/Marcellana in quest’area le macchine più utilizzate nelle attività produttive insieme a gualchiere (strutture per la sodatura della stoffa dei sai dei monaci), la presenza di numerosi conventi con monaci inducevano ad usare tali strutture per le attività agricole e produttive.
Questo mulino fa parte del parco dei mulini più di dieci, censiti ed indicati nella guida turistica del 92, alcuni recuperati altri in rovina che insieme a gualchiere, fontane, vasche per allevamento pesci caratterizzano la frazione dell’acqua Prato Comune detta “Varchera” dialettalmente. Il luogo invita alla contemplazione delle meraviglie del creato:
Parve
Fin nei placidi chiostri,
accompagna
da l’uniforme
suon e la Gualchiera
più santa la preghiera
(Aleardi)
Alla base della scelta di riattivare di nuovo il mulino ad acqua, vi è stata una forte spinta da parte del proprietario dell’azienda agricola per creare un’attività turistica a ridosso di aree individuate di interesse storico-architettonico e tipologico – testimoniale, vicini all’area del PIT FILIERA TERMALE “Percorso Benessere e Oasi delle Sorgenti”.