Centrale Idroelettrica

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La Centrale Idroelettrica di Montesano S/Marcellana ha avuto fin dalla sua nascita le caratteristiche costruttive di una centrale ad acqua fluente ed è denominata “Prato Comune”, ubicata in località “Grottelle” dell’agro del Comune di Montesano sulla Marcellana (SA), di proprietà della società F.EN.I.MOMT. S.a.s. di Nicola Grimaldi & C., che esercita il compito di produrre energia elettrica da fonte rinnovabile per cessione totale della produzione alla rete di trasmissione nazionale. Monsignor Sacco quando sullo scorcio XIX sec., fece il suo viaggio a Montesano, nella sua descrizione con particolare sensibilità, colse la bellezza di questa zona ricca di cave, proposta come “Sentiero dell’energia”. La strada di collegamento rasenta a destra, le cave di tufo, esercitate da tempo, molto antico.
E’ di qualità varia il tufo di Montesano ma sempre ottimo: esso è calcareo, non siliceo e di qui il suo gran pregio, perché è poroso e spugnoso a guisa di pomice, quindi di grande presa con la calcina. Sono bellissime le stalattiti delle grotte delle cave formate dallo stillicidio calcareo: perciò è pure un minerale di ornamento per i tanti svariati aspetti. La natura in tale area pietrificando piante ed erbe ha plasmato gruppi sorprendenti ed ha scavato, ed ha cavato le forme di vegetali, conservate freschissime nella calce, che non avrebbe saputo fare un perito formatore in gesso “.(La Certosa di Padula, vo.II, Roma 1916, pag.267)
La centrale è alimentata dalle acque delle sorgenti che sgorgano nella fascia pedemontana di Montesano S/Marcellana, il paese si presenta da via Terme come sospeso ed è posto ai piedi del versante occidentale dall’abitato.
Da questo versante dell’abitato di Montesano sulla Marcellana in prossimità delle terme omonime, le acque contenute nel vasto bacino imbrifero dei calcari fratturati a monte, vengono alla luce in prossimità della fascia di contatto con le formazioni mioceniche prevalentemente argillose, in numerose polle d’acqua. Tali sorgenti, fanno parte della numerosa serie che si rinvengono nella fascia pedemontana denominate sorgenti Cantari I e II o Eliceto e San Pietro.
Le numerose misure di portata eseguite in epoche passate e la natura geomorfologica del sito nella zona più a valle delle sorgenti e precisamente in località Grottelle, caratterizzata da dirupi e notevoli dislivelli altimetrici caratteristiche che indussero il dott. Nicola Cestari (proprietario terriero) fin dal 1912 a far redigere progetto di massima dall’ ing Giacinto Froggio e a riunirsi in società (Soc. Falci Cestari & C) nel 1923 per sfruttare tali caratteristiche al fine di produrre energia elettrica mediante la costruzione di una centralina idroelettrica denominata “Prato comune”, per fornire energia elettrica al comune di Montesano S.M. e alle sue frazioni, nonché ai comuni di Casalbuono e Buonabitacolo.
La Ditta Falci & Cestari conseguentemente al parere allegato alla richiesta di concessione delle acque ottenne il Decreto di Concessione per la derivazione ad uso idroelettrico in data 23.12.1927 R.D. N. 6320, successivamente modificato dal collaudo del Genio Civile di Salerno con Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici in data 16.06.1930 n. 4779 di repertorio. Nell’ anno 1956 l’impianto venne ceduto alla società Lucana con sede in Napoli e nell’ anno 1963 quest’ultima fu incorporata dall’Enel, la quale alcuni anni dopo dismise l’impianto, rinunciando alla concessione e ottenendo il Decreto di Revoca dalla Regione Campania il 13.11.1979 n. 07553.
Tale impianto nell’anno 1992 fu acquistato dalla società F.EN.I.MONT.S.a.s. con atto pubblico del 22.04.1992 numero Rep.38515 registrato all’Ufficio del Registro di Lagonegro il 4 maggio 1992 al n. 261 e trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari Salerno il 19.05.1992 nn. 13080/11072 a seguito della concessione ottenuta di derivazione acque a scopo idroelettrico per la riattivazione della citata centrale ai sensi della Legge 10/91, giusto Decreto N.2963 del 21.06.1991.
L’impianto, in principio, fu dotato di 2 turbine pelton ad asse orizzontale a 2 giranti, 4 getti di piccola potenza (c. 40 KWh), successivamente, negli anni “50” fu installato un altro gruppo ad asse orizzontale, turbina di tipo francis a pale variabili. I primi 2 gruppi andarono distrutti nei principi degli anni “70” mentre il terzo fu completamente revisionato dalla società F.EN.I.MONT. S.a.s., nel corso del 1993 e fu posto in servizio continuo nell’ottobre del 1994 e lo è a tutt’oggi. Dagli atti del contratto e della Concessione delle acque pubbliche si evince chiaramente come già nei primi decenni del secolo scorso, in prossimità delle sorgenti, non esisteva più un vallone naturale e le acque sorgentizie, dopo una iniziale biforcazione in due canali, che attualmente si presentano parte in terra e parte in calcestruzzo, venivano fatte defluire verso valle. Questi canali presumibilmente erano già di origine antropica, in considerazione del fatto che non seguono quelle che potevano essere le originarie linee di massima pendenza. Attraverso le suddette canalizzazioni venivano raggiunti mulini e manufatti vari e venivano serviti una serie di fondi agricoli. Tale stato di fatto si può presumere che esista, più o meno invariato, da almeno un paio di secoli ed oggi, per l’accentuata antropizzazione dell’area, dovuta alla presenza di manufatti vari ed alla trasformazione delle campagne ai fini di un loro miglior utilizzo per uso agricolo, risulta estremamente incerto individuare quella che poteva essere l’originario percorso di naturale deflusso delle acque sorgentizie. Tali acque, stando alla morfologia dei luoghi, presumibilmente dovevano confluire verso valle nel Torrente Carsata – Vallone Pantanelle, laddove comunque si immettono le acque utilizzate a scopo idroelettrico, mentre quelle del canale più settentrionale, alla fine del loro percorso, confluiscono nel Fosso Imperatore, dove più a valle si immette anche il Vallone Pantanelle.
Altrettanto rilevante dal punto di vista storico e per la descrizioni dei luoghi è il parere del Corpo Reale del Genio Civile di Salerno del 23 gennaio 1926, di seguito riportato integralmente, che esamina 2 istanze di derivazione di acque pubbliche, tra loro in concorrenza, la prima a scopo di produzione di forza motrice della Ditta Falci & Cestari del 4 novembre 1924 e la seconda a scopo irriguo del consorzio di irrigazione di Padula del 9 dicembre 1924, preferendo fra le 2 istanze concorrenti quella della ditta Falci & Cestari per l’utilizzazione delle acque delle sorgenti San Pietro ed Eliceto a scopo di produzione di forza motrice, da cui scaturì la concessione originaria delle acque del 26.01.1926.

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